Sulla Gazzetta Ufficiale, Serie Generale n. 190 del 18 agosto 2014, Supplemento Ordinario n. 70, è stata pubblicata  la legge 11 agosto 2014, n. 114, di conversione, con modificazioni, del  decreto legge 24 giugno 2014, n. 90, recante: “Misure urgenti per la semplificazione e la trasparenza amministrativa e per l'efficienza degli uffici giudiziari”.




La Camera dei Deputati, nella seduta del 7 agosto 2014, ha approvato in via definitiva il disegno di legge di conversione del decreto-legge 24 giugno 2014, n. 90, recante misure urgenti per la semplificazione e la trasparenza amministrativa e per l'efficienza degli uffici giudiziari (C. 2486-B), nel testo già approvato dalla Camera dei Deputati e come modificato dal Senato della Repubblica.


A questo indirizzo della Camera dei Deputati è consultabile il testo decreto legge 24 giugno 2014 n. 90 comprendente le modifiche apportate dal Senato della Repubblica in sede di esame del disegno di legge di conversione ed ora all’esame della Camera dei Deputati in seconda lettura.


Con l'ordinanza n. 1057 del 30 luglio 2014, la Sezione Quarta del TAR Lombardia, Milano, ha disapplicato l’art. 40, comma 1, lett. b), del decreto legge 24 giugno 2014 n. 90 per incompatibilità comunitaria, nella parte in cui introduce, nella materia degli appalti pubblici, l’obbligo di subordinare necessariamente l’efficacia della misura cautelare alla prestazione di una cauzione, atteso che tale previsione risulta contrastante con gli artt. 1 e 2 della direttiva comunitaria 11 dicembre 2007 n. 66, che impongono agli Stati membri l’adozione di misure idonee a garantire, per quanto riguarda gli appalti disciplinati dalle direttive 2004/18/CE e 2004/17/CE, procedure di ricorso accessibili ed efficaci, senza alcuna discriminazione tra i vari operatori in dipendenza della loro diversa capacità finanziaria.

(Il testo dell'ordinanza è stato estratto dal sito istituzionale della Giustizia Amministrativa; indirizzo web: https://www.giustizia-amministrativa.it/)


A questo indirizzo del Senato della Repubblica è consultabile il testo decreto legge 24 giugno 2014 n. 90 comprendente le modifiche apportate dalla Camera dei Deputati in sede di esame del disegno di legge di conversione approvato dalla Camera dei Deputati il 31 luglio 2014 (A.C. n. 2486-A/R) e trasmesso al Senato della Repubblica il 1° agosto 2014 (A.S. n. 1582).
 
 


Il TAR Lombardia, Milano, Sez. I, con la sentenza 11 luglio 2014 n. 1897, si allinea all’orientamento delle Sezioni Unite della Corte di Cassazione (ordinanze nn. 6594 e 6595 del 2011 e n. 10305 del 2013) e dichiara il proprio difetto di  giurisdizione in favore del giudice ordinario sulla richiesta di risarcimento del danno asseritamente derivante al titolare di una concessione edilizia, che tuttavia è stata ritenuta illegittima e, pertanto, disapplicata dal giudice ordinario.
Questo, in sintesi, il percorso argomentativo seguito dal TAR:
  • il provvedimento che aveva concesso il diritto ad edificare e che, perché illegittimo, legittimamente è stato posto nel nulla (ovvero disapplicato) continua a rilevare per il proprietario del fondo o il titolare di altro diritto, che lo abiliti a costruire sul fondo, esclusivamente quale mero comportamento degli organi che hanno provveduto al suo rilascio, integrando così, ex art. 2043 c.c., gli estremi di un atto illecito per violazione del principio del neminem laedere, imputabile alla pubblica amministrazione in virtù del principio di immedesimazione organica;
  • tale atto con la sua apparente legittimità ha ingenerato nel suo destinatario l'incolpevole convincimento (avendo questo il diritto di fare affidamento sulla legittimità dell'atto amministrativo e, quindi, sulla correttezza dell'azione amministrativa) di poter procedere alla edificazione del fondo;
  • con la domanda di risarcimento fondata sull'affidamento viene in considerazione un danno che oggettivamente prescinde da valutazioni sull'esercizio del potere pubblico, fondandosi su doveri di comportamento, il cui contenuto non dipende dalla natura privatistica o pubblicistica del soggetto che ne è responsabile; anche la pubblica amministrazione, come qualsiasi privato, è tenuta, infatti, a rispettare nell'esercizio dell’attività amministrativa i principi generali di comportamento, quali la perizia, la prudenza, la diligenza, la correttezza;
  •  la tutela, non essendo collegata alla impugnabilità di un atto, non può essere attratta nell'ambito di applicazione della giurisdizione esclusiva del giudice amministrativo, atteso che l’autonoma tutela risarcitoria non costituisce un’ulteriore ipotesi di giurisdizione esclusiva.
(Il testo della sentenza è stato estratto dal sito istituzionale della Giustizia Amministrativa; indirizzo web: https://www.giustizia-amministrativa.it/)